Non ci sono molte novità nelle ultime carte dell’assassinio Kennedy rese
pubbliche. Se non che molti hanno scoperto di genitori, nonni, spose, zii,
partecipi del sistema di spionaggio della Cia: un informatore che raccoglie notizie
tra i sostenitori di Castro, uno che impianta una pulce in un’agenzia cinese, un
accademico che riferisce dei colloqui con colleghi russi.
Non molto. Eccetto che per Jefferson Morley, già giornalista al “Washington
Post”, autore nel 2017 di una voluminosa biografia di James Angleton, il capo
del controspionaggio Cia che aveva rintracciato Oswald prima dell’assassinio di
Kennedy. Orley ha scritto sul suo sito JFKFacts, sulla piattaforma Substack: “Lo schema fattuale
che emerge dai nuovi documenti JFK mostra che una piccola cricca nel controspionaggio
Cia fu responsabile dell’assassinio di JFK”.
Dalle ultime carte si sa con certezza che la Cia aveva dal 1958 “un
programma d’intercettazione postale”, per “identificare possibili reclute
dietro la cortina di ferro con legami possibilmente in America”. E che a
questo programma erano addette “centinaia di persone della Cia”, secondo un
documento riepilogativo interno all’Fbi.
Il documento Fbi spiega: “Le buste erano fotografate ma non venivano aperte.
Quindi microfilmate, i nomi e gli indirizzi indicizzati, con macchine Ibm. Ma
molti mesi fa la Cia ha cominciato ad aprire alcune di queste lettere, microfilmando
i contenuti e indicizzando i dati pertinenti per tema. Circa 250 mila nomi sono
stati indicizzati dalla Cia”.
(The Washington post)
mercoledì 26 marzo 2025
Cronache dell’altro mondo – spionistiche (335)
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