Dio in musica
In dialogo con Massimo Cacciari, Muti
analizza il senso, la tradizione, e l’immaginazione che evocano delle ultime
parole di Cristo in croce. Partendo dalla musica di Haydn, “Sette ultime parole
del nostro Redentore in croce” - un tema tradizionale della poesia e la
riflessione tedesche, di Jean Paul più intensamente e di altri – nella redazione
in forma di oratorio, per soli, coro e orchestra. In una con la Crocefissione
come tema di riflessione in immagine, da Masaccio a Kiefer.
Il dialogo s’instaura nel quadro del progetto
di Cacciari “Icone. Pensare per immagini”. Qui allargato alla musica –
tonalità, timbro, dissonanze, armoniche, “pizzicato”, etc. Esercitato sulla
pietà, umana e religiosa: come “si vede”, come “si sente”. Cacciari ha individuato
l’oratorio di Haydn come tema e il maestro Muti come interlocutore dopo avere
ascoltato l’esecuzione al Ravenna Festival del 200 con i Wiener Philarmoniker,
nella basilica di Sant’Apollinare in Classe.
Una guida all’ascolto di Haydn, ma molto
anche di più. Della religiosità, della pittura (immagine, immaginazione), dei
moti emotivi dell’animo (accordi musicali). “Di Dio non vi può essere altra
immagine”, conclude Cacciati, “se non quella che immagina la sua stessa
irrappresentabilità”. L’opposto dell’iconoclastia: “L’iconoclasta crede di
onorare il suo Dio negandogli la rappresentazione. La musica l’onora
ponendosi al suo ascolto”.
Riccardo Muti, Le sette parole di Cristo,
Il Mulino, pp.133, ill. € 12
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