Due o tre cose da sapere sull’Ucraina
C’è molta animosità nei media, contro Trump e,
se non bastasse al tifo, l’unica forma di comunicazione rimasta, contro gli Stati
Uniti in generale – potenza a volta a volta o troppo forte e spregiudicata
oppure debole e inetta. Come se dovessimo liberarcene e anzi fargli un po’ la
guerra. In astio a Trump sicuramente, ma anche all’America. Mentre l’appiglio è
quanto meno fallace: la guerra in Ucraina non si può vincere, ed è ora opinione
comune, in America e in Europa, che non bisognava provocarla, con l’Ucraina
nella Nato – come Washington sapeva, ma anche i governi europei.
Trump e Vance non hanno insolentito Zelensky
in quanto capo dell’Ucraina, ma come quello che si frappone al negoziato con la
Russia, comunque. Da qui l’accusa pubblica di ingratitudine. Zelensky si è scusato
pubblicamente del suo atteggiamento, ed è alla ricerca, dice, di un
nuovo contatto per rimediare. Dopo aver visto passi inequivocabili per sostituirlo?
Macron e Starmer sono stati a Washington cone
premesse diverse: Macron per apparire, come è suo solito, dopo aver proclamato
un insostenibile “faremo da noi”. Starmer per coordinare l’inevitabile coinvolgimento
europeo nella sicurezza, diplomatico si spera, ma forse anche militare, con gli
Stati Uniti – da qui il suo dialogo a due con Meloni.
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