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venerdì 7 marzo 2025

Gita a Chiasso urge

Gabriele Romagnoli va in vacanza alle isole Svalbard da sempre norvegesi e ci scopre “l’orso russo”. Anche lì – questo Putin è come Dio, in ogni luogo?
Non solo: in quelle isole, dove tutti si trovano bene (col tempo buono), lo scrittore esploratore trova “un passato fatto di miniere di carbone, un presente di navi da crociera che sbarcano ogni giorno centinaia di turisti e un futuro su cui incombono le mire di Mosca”. Un viaggio alla Cayenna?
La Camera discute di Niger, paese corteggiato da un decennio dall’Italia come frontiera anti-immigrazione, perché “dialoga con Russia e Iran e ha appena scalzato il presidente Barzoum che era sostenuto dall’Occidente”. “Appena”, cioè due anni fa – poco meno. Un presidente “sostenuto dall’Occidente”? Cioè dalla Francia.
Si vede per l’Europa un futuro africano. E di democrazia – di cui l’Europa si vuole maestra. E si ignora che in Africa un regime democratico, uno solo tra i 54 del continente, non c’è – in alcuni si vota, anzi in (quasi) tutti, ma sempre per un boss.
Si fa descrivere Trump 2, a giorni alterni, allo scienziato politico Michael Walzer, che lo odia. Non c’è altro negli Stati Uniti, che sono un paese così grande, con tante università? O l’America è ancora da scoprire?
E la Germania quanto è lontana, questa sconosciuta? Su “la Repubblica” Mirella Serri e Francesco Merlo uniti nella lotta vogliono la Germania “la patria dei tradimenti”. Dei tradimenti?
Sono sessant’anni, sessantuno per essere esatti, che Arbasino consigliava sul “Giorno”, il 23 gennaio 1963, la “gita a Chiasso” ai letterati italiani, alla frontiera, un invito a conoscere il mondo, e niente, siamo sempre lì. È vero che c’è stata nel mezzo la riforma Berlinguer delle scuole che ha abolito lo studio della geografia. Però, si fa tanto turismo allora per che, passare il tempo?

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