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domenica 30 marzo 2025

Grasse risate se scorrette

Il Feydeau più Feydeau che c’è, di equivoci e risate, resuscitato da

Rifici, a lungo assistente di Ronconi, e poi a lungo direttore della

scuola di teatro a Ronconi intitolata dal Piccolo di Milano. 

Seriosamente? Un adattamento geniale, un fuoco d’artificio

di invenzioni sceniche, mimetiche, dialogiche. Pareggiato

dalla semplicità: fondale e quinte ridotte a un semplice,

miracoloso, armadio. E un nugolo di equivocanti che

sono insieme comici, mimetici (trasformisti), saltimbanchi,

fini dicitori e anche musicisti. In un susseguirsi incalzante di

buffonate, da farsa. Scandito da scene da applauso, com usava nel

vecchio teatro.  

Feydeau nel 2025, tra woke, diritti, e correttezze - un autore e una

commedia per definizione scorretti? Eppure c’è. Prodotto da Lugano

Arte e Cultura - col Piccolo di Milano, certo. Dalla cui scuola

sono gli attori versatili, polivalenti, dicitori, ballerini, saltimbanchi,

mimi, cantanti, musicanti. Ma la prima risata, incerta, isolata, è venuta

dopo venti minuti. Il primo applause da scena madre, tiepido, dopo

un’ora. Il pubblico “impegnato”, come si diceva prima del 

woke, non riconosce più una commedia - grasse risate e molti applausi

s’immaginano in un’arena popolare, in teatro  da piazza.

Georges Feydeau (Carmelo Rifici), La pulce nell’orecchio, Teatro Il

Vascello, Roma

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