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sabato 29 marzo 2025

Il banco vince sempre, o no

Il contabile della ditta risolve a Londra un problema al Grande Capo, che lo omaggia di una luna di miele pagata al Grand Hotel di Montecarlo. Dove gli dà appuntamento ma non si fa vedere. Le cose si mettono dunque male, ma no problem. L’albergo gli anticipa graziosamente milioni, poiché è ospite del magnate. E a Montecarlo c’è il casinò. Dove il ragioniere matematico rischia di diventare non solo milionario, ma addirittura padrone della ditta.
Non un giallo, non ci sono morti, ma molte curiosità e ribaltamenti, dentro l’ordinario, sul solco del giallo all’inglese, benché - o per questo - totalmente irrealistico. A margine, una parodia feroce del modo di (non) essere della finanza - allora come oggi: tecnicamente irreprensibile.  
Un “divertimento” dello scrittore “cattolico”, senza politica e senza il “fattore umano”, scritto nel 1955 e subito tradotto, ma poi derelitto, e ora quasi introvabile. Che invece meriterebbe.
Graham Greene, Vince chi perde

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