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martedì 25 marzo 2025

Il futuro della coppia in una notte - quella del matrimonio

Fogliati e Scicchitano rivivono la stessa notte delle nozze, benché accasati nella Love Suite sulla terrazza del Grand Hotel, tra cielo e terra, tutte le piccole, scontate, comuni, per quanto sciocche, diatribe di coppia che li attendono, compresi amici-amiche e genitori. Tutte insieme, vagando con tutti i mezzi, compresa un’auto della Polizia, insospettita dal vagabondaggio, per piazze, vicoli e viali di Roma. A partire dal vecchio ghetto, portico d’Ottavia e via della Reginella.
Il solito artificio plautino degli equivoci. Vivificato da una sceneggiatura brillante, sempre ben “tagliata”, come la regia. E dalla “naturalezza” dei due interpreti. Le incertezze giovanili, post-adolescenziali, cui Antonaroli ha abituato, con i cortometraggi e “La svolta”. Una sfida anche: un film che si vuole comico senza gli artifici della comicità.
Non minore pregio, fa rivivere la romanità giudaico-romanesca, rinfrescante. Non della poesia e della lingua, per la quale l’identità ricorre - ricorreva. Ma per avere abbandonato l’arcigno sionismo degli ultimi tempi. A tratti Antonaroli trasporta i suoi giovani sposi nelle modalità, i ritmi, lo spiritaccio del primo Woody Allen a New York.  
Una “commedia romantica” apprezzata dai critici per l’inconsueta vivacità. Di linguaggio, di ritmo, di sintonizzazione degli interpreti, smisurati e misurati, ma non dalla distribuzione (è uscito in sala ad agosto…., prima ancora della promozione al 70mo Film Fest di Taormina).
Riccardo Antonaroli, Finché notte non ci separi, Sky Cinema

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