Il Pollino fu anche femminista, nell’Ottocento
Sacerdote, insegnante (“Prof.” precede
la firma), studioso emerito di storia locale (il curatore Giuseppe Maradei lo
presenta come “celebre soprattutto per le sue «Memorie storiche della città di
Castrovillari»), scrittore, patriota come tutti ardente – “Racconti Patrii” è il
sottotitolo – Pepe racconta in chiave naturalistica, comune al tardo Ottocento.
Racconti semplici, di “vita vissuta”. “Marietta”, gnomico, sulla virtù della pudicizia,
e i rischi della mésalliance. “Sacrificio di una moglie”, che si vuole “storico”,
è fantasmatico. “La benedizione “ satirico: fra tutti i parrocchiani l’unico senza
cuore è il parroco. Il più lungo, “La moglie
dell’americano”, un brogliaccio di romanzo, sulle lusinghe e le miserie dell’emigrazione
“in America”, qui Buenos Aires, per chi resta, per le mogli, trascurate o
abbandonate, da un marito che si è sposato per partire, coi (pochi) soldi della dote della moglie.
Prose pacate. D’epoca – la ragazza
bionda è “una delle figlie dei Nibelungi”. Ma piene anche di similitudini
audaci - la bellezza che si manifesta “in un iride simile ad ala di corvo, come
lino in fiore”. Femminista, sottotraccia, e di programma: i racconti sono del
punto di vista femminile – ne “La moglie dell’americano” di discute vivamente l’opportunità
di prendere marito.
Correda la riproposta il saggio, in poesia e in prosa, “San
Nicola dei Bulgari” del Pepe storico locale, sulla chiesa di questo nome e sui Bulgari
che si dispersero sul Pollino, chiamati dai primi Longobardi contro i bizantini.
Ua riproposta modesta. Ma parte di
quella rivalutazione del Pollino, continua, costante, convinta, del massiccio calabrese più
aspro e anche, nella memoria dei viaggiatori, non “pittoresco”. Che si opera da
alcuni decenni, con l’istituzione del parco naturale. Una sorta di “creazione”,
si direbbe, dal nulla, di un ambiente e di una storia, attenta, in tutti gli
interstizi, invogliante.
Cristoforo Pepe, Alle falde del
Pollino, Il Coscile, pp. 152 € 5
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