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La Corte costituzionale de noantri
Il governo ci riprova, questo come gli altri, a non pagare le pensioni,
a pagare meno del dovuto, e la Corte costituzionale infine dice che sì, le
pensioni di chi se le è pagate, se superano una certa cifra, non si rivalutano per
l’inflazione. È giustizia? Sì, plebea – “rivoluzionaria” ma “de noantri”, i….
furbi.
Una previdenza privata pagherebbe l’inflazione, in qualche misura, l’Inps
e le casse di categoria possono non farlo. Le Corti precedenti avevano l’accortezza,
patrocinando le esigenze di cassa dei governi, che in Italia sono tanto incompetenti
quanto insaziabili, di dire che la misura era temporanea, una tantum,
un contributo, etc. La corte dell’eccellenza Amoroso, che è un tributarista e
quindi sa quello che ha fatto, statuisce che ha diritto alla rivalutazione solo
chi prende meno di una certa soglia – ha maturato un vitalizio minore di una certa
soglia. Al di sotto della quale la metà delle pensioni pagate dall’Inps va a
chi non ha mai “lavorato”, cioè non ha mai pagato tasse né contributi. Chi cioè
ha avuto licenza di accumulare senza oneri, e alla fine di prendersi, “gratuitamente,
la pensione Inps, con l’indicizzazione.
Una sentenza violenta, questa della Corte. Ma la giustizia è questa.
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