Ma che guerra abbiamo visto
Si apre il giornale con paura. Anche in questi giorni in cui il problema
non è tanto la guerra, ma se e come vi si porrà fine. Niente, sono sempre storie
di torture inflitte ai prigionieri ucraini in Russia (mostrati invece ben pasciuti
e rasati nelle foto della liberazione…), di missili russi su scuole e ospedali
in Ucraina, e di 20 mila bambini ucraini rapiti dai russi (ventimila?). Storie
lunghe, una pagina, anche due, che si ripetono, riraccontate, spesso dallo
stesso giornalista. Ma cosa vedono, questi inviati? Cosa sentono? Messaggi
veicolati da agenzie di promozione, uno al giorno – le solite “false notizie” di
guerra.
Le notizie non mancano, in lingua se ne trovano, nei giornali e le tv
straniere. In Ucraina, evidentemente, la censura di guerra è molto liberale. I media italiani invece, specialmente i grandi giornali e i telegiornali, Sky
soprattutto, e Rai, Fininvest, non vanno oltre le “false notizie” di guerra. Le
redigono in pool? Mentre noi non siamo vittime da rincuorare o fan
da ricaricare, siamo spettatori di una guerra vicina. Di aggressione, sporca, cattiva,
eccetera, ma pur sempre un evento che succede, secondo modalità che sono quelle
reali e non quelle delle storie pronte fornite da agenzie pubblicitarie.
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