Vecchia Francia, di fango e galline
Fantastica Francia di provincia, canali, strade
sterrate, oche, galline, conigli, pure qualche asino, senza telefono, o solo alla
Posta, una osteria, una drogheria, villici in quantità, infidi, per lo più ubriaconi.
Non remota, nei dintorni di Parigi, a una corsa breve in automobile dal quai
des Orfèvres, al più nel Nord-Pas-de-Calais. Negli anni 1950, non nell’Ottocento.
La lunga serie di Maigret con Bruno Cremer,
di 50-60 episodi di un’ora e mezza, girata negli anni 1990, transpose l’ambientazione
anni 1920-1930 negli anni 1950. Ma con le caratterizzazioni e le ambientazioni
originarie ritenute sempre attendibili. E sembrano vere. Le psicologie – i linguaggi
- più ancora delle ambientazioni.
Molti episodi sono girati, per economia, al
chiuso di un bi-trilocale al quai des Orfèvres. Ma gli esterni, perfino in qualche
caso nella stessa Parigi, sono “caratterizzati”, di mentalità e modi ristretti,
lenti e dissimulatori, di economie povere e poverissime. Una sorta di “Francia eterna” fatta di provincia chiusa.
Questi anni 1950 richiamano Tati e il suo
immortale “Giorno di festa”. Ma quella era una “vecchia Francia”, rurale, per ridere.
AaVv., Maigret e…. . Top Crime
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