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E la Rai sgonfiò il miracolo “Costanza”
Curioso finale
boomerang, dopo molte ore di sceneggiato e molti eventi, col ritorno alla casella
base – un racconto come il gioco dell’oca. La protagonista ritorna al punto di partenza,
a un uomo che ha “conosciuto” una sola notte, le ha fatto una figlia, è scomparso,
è ritrovato incidentalmente dopo sette anni, e dopo molte sgradevolezze, solo perché
lui è in procinto di sposarsi, decide che è l’uomo della sua vita – con sgomento
dell’uomo, come a dire: “questa è pazza”. Per incuriosire lo spettatore alla
prossima serie, o per sorprenderlo, in pratica per fregarlo?
Un finale balordo.
Forse dovuto all’originale, la trilogia romanzesca di Alessia Gazzola – la quale
però sa di meglio. Più probabile il progetto di attivare l’attesa per il sequel,
che però oggi come oggi risulta indigesto. Avendo già rovinato una serie che
invece si era imposta per il ritmo, l’accuratezza e lo spessore dei personaggi,
l’inventiva delle storie che la attraversano, la giusta misura dei ritmi di
regia e di molte recitazioni. Specie delle due sorelle messinesi (come Gazzola)
a Verona, la protagonista anatomopatologa brillante, nonché narratrice di fiabe
inventiva e convincente, e la minore, psicoterapeuta servizievole e imbranata, Miriam
Dalmazio e Eleonora De Luca.
O si vuole la favola
dell’amore contro tutto? Nel 2025? È un “errore” dell’autrice, Gazzola?
Possibile non avendo letto il libro, ma improbabile – desumendo dall’accuratezza
delle vicende di contorno e degli stessi caratteri. La Rai sta perdendo il lume
dell’intelletto?
Fabrizio Costa, Costanza,
Rai 1, Raiplay
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