I sentimenti non si rubano
Una favola
moderna, dell’accudimento. Doppiata da una nostalgica del com’eravamo. La donna
che amorevolmente si cura di tre anziani, in vario modo problematici, con attenzione
specifica per ognuno di essi, a tutte le ore in tutte le circostanze, e con fiducia
reciproca, ha il vizio di sottrarre piccole, e grandi, somme agli assistiti.
Per pagare il piano e le lezioni di piano al nipotino che sarà grande concertista,
il piano è la sua passione, non smette di acoltare Rubinstein in cuffia vagando
di casa in casa, e per abbuffarsi ogni tanto di ostriche. Un furto vero, di
professionisti, fa scoprre l’inganno e la storiella bella si complica. Ma che
cos’è un assegno falsificato a fronte dell’empatia?
La favola si doppia
– si rafforza – nel confronto generazionale. I figli di tanta umanità, dove le
coppie si compatiscono, e anzi si aiutano, fino allo stremo, ma non si
dissolvono, non ne hanno più per se stessi: amare è scopare, i compagni migliori,
nonché i figli, “non esistono”. Si rubano l’umanità.
Il tutto a Marsiglia,
in un quartiere popolare dove la sola consolazione è il mare – ma dove i servizi
sociali curano e pagano l’accudimento.
Guédiguian ha una
cifra ormai distinta nel trattare i sentimenti comuni, materiali, piccoli, d’ogni
giorno. Di personaggi non belli, non esteriormente. Ma diversamente belli nella
recitazione.
Senza star, un
film per pochi, in poche copie, in poche sale. Ma già film di culto per i critici,
alcuni critici, e per chi ha avuto la ventura di vederlo.
Robert Guédiguian,
La gazza ladra
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