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Incarnazione e libero pensiero
Il primo dialogo
tra Eugenio Scalfari e papa Francesco. Avviene nel 2013, poco dopo l’accesso di
Bergoglio al papato, sull’appiglio dell’enciclica “Lumen Fidei”, che Francesco
ha ereditato da papa Benedetto XVI e ha editato. Scalfari in un paio di
editoriali pone il problema della fede, come essa sia possibile. Da miscredente
professo. In particolare, all’apparenza incidentalmente, ma d a buon laico, fa
un problema dell’incarnazione, che è ciò che distingue il cristianesimo: come
si può credere a un Dio che si fa uomo. Bergoglio risponde, per iscritto, dopo
il secondo editoriale, a distanza di un mese, quindi dopo riesame. E
successivamente incontra Scalfari per un’intervista – sarà il primo di altri
incontri (su cui Scalfari ha scritto in altre pubblicazioni).
Il colloquio apre
una prima fessura nella curia, per le perplessità su un papa che dialoga con un “illuminista” professo, “non credente”, e solo in cerca di un dialogo puramente
intellettuale, se non giornalistico, non uno in cerca della fede. E pone al
papa, in breve, come a caso, il tema dell’“incarnazione del Figlio di Dio”
rispetto agli altri monoteismi, islam e ebraismo, che fa capire più rispettosi della divinità di Dio. Lo
stesso argomento ripropone nel terzo intervento, dopo che il papa gli ha
scritto, e in preparazione del colloquio-intervista.
Il quesito è giudicato
da molti insolente – massonico (Eugenio non ha mai fatto mistero di esserlo, benché
abbia avuto un’educazione religiosa: per tradizione familiare, rivendicata come
illustre, dei nonni e bisnonni calabresi, murattiani, napoleonici – anche se
non ne faceva trofeo, e anzi con un sorriso di autoassoluzione). E prudente la
risposta del papa, quel tanto necessario a giustificare l’enciclica. È il primo
tarlo del sospetto che Francesco sia un papa molto “argentino”, nel senso del
peronismo. Cioè di un populismo radicale, e insieme anti-rivoluzionario, che il
conclave voleva (“anticomunista”: Bergoglio vescovo era accreditato di una pratica
e una teoria socialmente impegnate ma anti-comuniste, in quanto autore di tesi
che contestavano la “teologia della liberazione”, cioè della rivoluzione sociale,
diffusa in America Latina nell’ultimo Novecento). Ma legate sotterraneamente al
libero pensiero – anche se di Evita fu cercata la canonizzazione. Ambiguo
insomma.
Papa Francesco-Eugenio
Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti, “la Repubblica”, pp.63,
gratuito
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