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Israele e il sospetto di razzismo
La testimonianza forse più partecipata,
e verace, di Gaza sotto i bombardamenti israeliani, già quindici anni fa.
Reduce da una convulsa attività
di volontariato, nell’Est Europa, in Africa, in Medio Oriente, in tutte le
mansioni, con corrispondenze per Radio Popolare, “il Manifesto” e altri media,
già espulso dall’esercito israeliano più volte, da Gaza, dove rientrava ogni
volta dal mare, da Gerusalemme Est, dalla Cisgiordania, l’autore è morto il 14
aprile 2011 a Gaza, a 36 anni, ucciso da un gruppo terrorista islamico. Fautore
dei “due Stati” degli accordi di Oslo, ma non per questo inviso a Israele. Il rapporto
specialmente agitato di Arrigoni con i governi israeliani negli anni s’innesta
sul sospetto, se non un’accusa, di razzismo, di Israele nei confronti dei “palestinesi
di Gaza”, cioè poveri. In particolare qui Arrigoni denuncia “la personalissima
jihad israeliana contro i luoghi sacri dell’Islam lungo la Striscia”.
Notevole comunque la sottolineatura
del fattore religioso (si era al tempo del terrorismo islamico, “religioso”). “Sono
venti le moschee finora rase al suolo”. E: “Fortunatamente nessun «razzo» qassam
ha ancora sfiorato le pareti di una sinagoga, altrimenti siamo certi che
avremmo giustamente avvertito levarsi al cielo grida di sdegno da ogni angolo
del mondo. Dio deve pagare il dazio di ricevere preghiere dai palestinesi”.
La denuncia è il filo della
cronaca dell’operazione “Piombo fuso”, dell’esercito israeliano nella Striscia
di Gaza, fra il 27 dicembre 2008 e il 18 gennaio 2009. Una testimonianza dal
vivo, sotto forma di denuncia, che ha avuto all’uscita nel 2009 eco larga – subito
tradotta nelle maggiori lingue europee (e in arabo, con una postfazione di Ilan
Pappè, lo storico israeliano autore della “Storia della Palestina” e di “La
pulizia etnica della Palestina”).
Arrigoni fu rapito - e ucciso
nello stesso giorno - a Gaza il 14 aprile 2011 da un gruppo terrorista del
jihadismo salafita, con l’accusa di “diffondere la corruzione” nella Striscia –
questa raccolta di testimonianze-corrispondenze fu pubblicata una settimana
dopo. Arrigoni era vicino a Hamas, alla cui organizzazione doveva i rientri nella
Striscia via mare, ogni volta che l’esercito israeliano lo espelleva.
Vittorio Arrigoni, Gaza. Restiamo umani, Manifestolibri,
p. 127 € 12
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