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Le banche alla Lega
Nel sommovimento bancario, l’Ops Unicredit su Bpm, avanzata il 24
novembre, e in partenza fra otto giorni, con documentazione approfondita delle
sinergie e la creazione di valore che la fusione consentirebbe, resta soggetta a
lento esame della speciale commissione al Tesoro del golden power, composta
da non si sa chi, ma per conto del ministro Giorgetti della Lega.
Procede più rapidamente, per il sì e per il no, l’Ops Unicredit su
Commerzbank, benché attardata dall’improvvisa crisi politica tedesca: su di
essa si sono presto pronunciati l’Antitrust tedesco, senza porre problemi di golden
power, la Bce, e perfino il governo nuovo in fase di costituzione a Berlino,
non in termini di rigetto a prescindere.
L’Ops Mps su Mediobanca-cum-Generali, lanciata il 24 gennaio, e da
chiudere a settembre, il nulla osta dell’ignoto (ma non tanto, sono tutti “professionisti”
della Lega) comitato ministeriale l’ha ottenuto all'istante. Una offerta di scambio senza nessun piano tecnico-economico che lo giustifichi, solo di
potere politico. È la Lega che si fa una banca. E che banca: col semifallito ex
Monte dei Paschi si prende Mediobanca e Generali. Come dire mezza Milano. Coi soldi
pubblici: quelli residui del salvataggio Mps, e quelli della necessaria
ricapitalizzazione di Mps per poter digerire Mediobanca- Generali.
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