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giovedì 10 aprile 2025

Ombre - 769

Bastano due o tre giorni d’impazzimento delle Borse al ribasso, e i fondi passano subito dal (modesto) attivo al rosso di due e tre punti. Poi sopravvengono due giorni d’impazzimento delle Borse al rialzo e niente, i fondi sono sempre rossi di vergogna, al 3 e anche al 4 per cento. Il carovita è inferiore alle attese? Si agita il rischio recessione - un rischio si trova sempre. Quando finirà l’horror di questo sifonamento dei risparmi di milioni di persone, ardentemente consigliato dalle banche, a opera di veri e propri ladri del risparmio, professionali?

 
Si fanno ogni giorno pagine e pagine su Trump personaggio, quale lui si vuole da politico-uomo di spettacolo. Sempre con grandi “ooh!” per i suoi colpi di scena. Che invece sono scritti nei documenti, del ministro del Tesoro, del Council of Economic Advisers, con dinamiche già previste, al giorno e all’ora. Nessuno legge, basta spararla ogni giorno grossa? Ma il sensazionalismo, peraltro ripetitivo - siamo sempre ancora ben in vita – non stanca i lettori, invece di stuzzicarli?
 
Viene salvato di tutto il governo Trump, ovunque rappresentato come un baraccone, di pagliacci, incapaci, semidementi, solo il ministro del Tesoro Scott Bessent. Solo perché è – è stato per metà vita – socio di Soros? L’“informazione” è orientata?
 
Bessent in effetti veste bene, taglio sartoriale (inglese? Napoletano?). Ma anche Trump 2, benché faceto, intrattenitore incontinente, va ora ben vestito. Mentre Bessent è il vero ispiratore, autore, regista di questa “commedia all’italiana” che sono i dazi – o come sgonfiare unilateralmente il caro-dollaro.
Questo, che pure è l’essenziale, non si dice. Si accredita invece la “voce” (di chi?) che Bessent è contrario ai dazi…. Un vero signore, chissà perché sta col Mackie Messer Trump, Jack-the-Knife.
 
Si fa l’elogio in Parlamento di Paola Del Din, intraprendente eroina della Resistenza, ma a opera del re d’Inghilterra. Sì, perché addestrata dagli inglesi come paracadutista, ma perché non c’è su questa donna affascinante da ogni punto di vista, a partire dal fratello maggiore già ucciso dai tedeschi, ancora in vita a 102 anni, nessun best-seller di “storia”, nessun film, nemmeno uno sceneggiato, un medaglione, un’intervista? Perché non era del Pci. Anzi, era della Brigata Osoppo, che quelli del Pci s’ingegnavano di assassinare a tradimento. Poi si dice la Liberazione: di chi a opera di chi?
 
Tra gaffes e complimenti il re inglese è attorniato, si direbbe assediato, da leghisti, La Russa, Fontana, Simonetta Matone. Che poi si dicono anti-europeisti. Pensano di prendere qualche voto più con Carlo contro von der Leyen?
 
Nell’aula affollata in Parlamento per il discorso del re inglese, ambientalista avant-lettre , conservazionista, c’era vuoti, sensibili, sul lato sinistro dell’emiciclo, guardando dalla presidenza, dove siedono Verdi e Sinistra, Democratici, 5 Stelle. Per essere repubblicani? O non saranno contro la “perfida Albione”, i ruoli si rovesciano?
 
Racconta Saronni a Bonarrigo sul “Corriere della sera” di un viaggio avventuroso a Berlino Est per una gara d’inseguimento: “Arrivammo al confine di notte: i cani lupo, i fari dalle torrette, i Vopos con i mitra puntati. Ci tennero ore a fianco di una donna con due bambini piccolissimi che perquisirono facendole spremere anche i tubetti di dentifricio. La sua umiliazione….”. Non era un caso, era la normalità, nel 1974, appena ieri.
 
Si fanno molte pagine, com’è giusto, sui dazi di Trump. E si sentono le lamentele degli industriali che ne potrebbero essere colpiti. I quali però tutti, senza eccezione, non lamentano tanto i dazi, possibili, eventuali, futuri, ma invece la “iperregolamentazione” europea. La burocrazia, attiva, costosa, dannosa. E il green deal Ue, una transizione accelerata a cui nessun’altro al mondo si applica o si sente obbligato. Doveva essere una furbata – prendiamo la testa dell’innovazione – e invece è una stupidaggine – la piccola Europa che salva la grande terra?
 
A fine marzo 2025 il National Trade Estimate Report on Foreign Trade Barriers, che il ministro Usa del Commercio indirizza ogni anno al presidente, fa un riferimento in testatina alla European Union portion of the Report, talmente essa è complessa. Prende la parte maggiore del Rapporto, 32 o 32 pagine, ed elenca una quarantina di pratiche "scorrette" - anche autolesive: sussidi, barriere, alle importazioni e agli investimenti, classificazioni, etichettature e regolamentazioni minute e contorte: sanità
, fito-sanita, pesticidi, biotecnologie, gas ad effetto serra, packaging, plastica, servizi digitali (“Digital Services Act”), tassazione dei servizi digitali, tassa sulle emissioni di CO2 dei prodotti importati (Carbon Border Adjustment Mechanism). Un dirigismo minuto, asfissiante, e infine balordo.


E la Germania invece di casa discute? Di riprendersi l’oro depositato, per ragioni di sicurezza ed economia, a Fort Knox negli Stati Uniti. Depositi che nessun altro prova a riprendersi. Non la Russia prima della guerra e delle sanzioni. Non la Cina, che è l’obiettivo dichiarato della guerra monetaria e commerciale di Trump. La Germania è proprio immutabile.
 
Trump è Trump – è l’America - e, quali che siano gli obiettivi reali della sua guerra dei dazi, non c’è niente da fare, giusto qualcosa da dire, da discutere. Ma è vero, come lui dice, o gli fanno dire, che con l’Iva l’Europa castra e si castra. P.es. in Italia, specie nei servizi, dove è la causa e il motore dell’economia in nero, degli arricchimenti facili, delle disparità sociali. Una verità talmente evidente. E non se ne può nemmeno discutere.
 
 
Di Lorenzo Necci la figlia Alessandra può ricordare sul “Corriere della sera”, per i vent’anni dalla morte, che “è stato travolto da un’inchiesta giudiziaria che gli è valsa quarantadue assoluzioni”. Altro che riforma, ci vorrebbe la ghigliottina.
Un’“inchiesta giudiziaria” naturalmente da sbirri, non di giustizia. Impuni. Anzi privilegiati, sui media, al Quirinale, in carriera, nei poteri veri.
 
Sempre Alessandra Necci dice: “Papà fu portato in prigione senza sapere di che cosa lo accusavano. Quando uscì, alla fine della detenzione su cui la Cassazione espresse una sentenza netta, la prima cosa che fece fu di scrivere al presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, con un rendiconto del suo operato”. “Risposte?”, chiede l’intervistatore. “Nessuna”. Di Scalfaro e “Mani Pulite”, e i processi Sofri, non si fa la storia. Perché?
 
Si discute a Roma, discutono i romanisti, se e perché la loro squadra di calcio, che non perde da quindici partite (ne ha vinte 11 e pareggiate 4) e nelle ultime otto ha preso solo due gol, “non gioca bene”. Che è una scemenza - i tifosi intendono che vince ma senza il “bel gioco”. Ma quanta passione, di un tifo che riempie l’Olimpico, 63 mila posti, anche per le amichevoli. Che in mani olandesi o spagnole diventerebbe un business enorme, altro che Real Madrid.

È curioso come i tg e i giornali italiani, anche quelli che si penserebbero di destra, parlano di Trump, dei dazi e di ogni altro impiccio, come i media americani, che sono stati e sono anti-Trump sempre e comunque. Più che di destra e sinistra, ribolle sempre l’antiamericanismo, della “cattolica” (duplice Italia.

 

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