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mercoledì 23 aprile 2025

Ombre - 771

Putin avrebbe volto essere a Roma per i funerali del papa? Probabile, anche se solo per incontrare Trump, rubare la scena a Zelensky. Ma Piantedosi avrebbe dovuto farlo arrestare – un altro caso Al Masri. Questa Corte Penale Internazionale, che è inutile a fini digiustizia, è un grosso impiccio.
 
Papa Francesco sarà stato il papa più citato al mondo. Per via delle interviste, telefonate, conferenze stampa, social, frasi celebri e a effetto. Più che per la dottrina – le encicliche ripetono, magnificandoli anche, concetti tradizionali, compresa l’enciclica verde. Una settantina delle interviste sono state lunghe e meditate abbastanza da essere pubblicate in libro - la statistica è di Luis Eduard López Badilla, un marianista messicano, per suo conto autore di una quarantina di libri.
 
È stato anche il papa più mediatico, ufficialmente e informalmente. Specie nei viaggi internazionali. All’andata usando fare la conoscenza dei giornalisti al seguito uno a uno, andandoli a trovare seduti in cabina, lui in piedi nel corridoio, malgrado i mali di schiena. Al ritorno improvvisando una conferenza stampa, con domande all’impronta, e risposte che mai mancavano di sorprese. Protagonista anche di dieci film in undici anni, con la sua partecipazione attiva, specie in quello di Wenders, 2018, Papa Francesco - un uomo di parola (Pope Francis - a man of his words), e di una serie Netflix.
 
Sibillina viene detta la risposta di Unicredit all’uso che Giorgetti ha fatto del “golden power”,  sull’Ops Bpm. Ma che rispondere? La “golden share” fu introdotta a protezione dalle scalate delle grandi aziende pubbliche, Eni, Enel, etc, che andavano sul mercato. Nel 2012 l’onnilegista Monti la trasformò in “golden power”, un sovraestensione della “golden share” ma con limiti: la “minaccia di grave pregiudizio” per gli interessi pubblici viene valutata dal Governo tenendo conto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza. Che ha di ragionevole un ministro che assoggetta al suo giudizio – personale, ministeriale – l’attività di un (grande) soggetto economico?
Il “vaffanculo” è approdato in Parlamento, ma fra banchieri, in affari, non ha senso.
 
Il “golden power “ di Giorgetti è un abuso di potere e anche incostituzionale. Ma l’attività non può fermarsi in attesa dei tribunali. Si capisce che la risposta di Unicredit sia una non-risposta. O non il segnale che lunedì l’Ops potrebbe non partire? Diretto ad Agricole, il maggiore azionista di Bpm che nelle more dell’Ops ha raddoppiato la quota. Pregustandosi socio ben remunerato di Unicredit - nonché beneficiario dei “ritagli”, gli sportali in eccesso per ragioni di antitrust, con i quali Agricole è cresciuto in Italia.
Altrimenti avremmo un “golden power” a favore di una banca straniera. Con la Lega tutto è possibile, ma ci sono limiti.  
 
Osceno invece che sibillino il silenzio sull’oscena Ops di Mps su Mediobanca-Generali. Della pulce che schiaccia l’elefante – una pulce reduce dalla rovina di 50-60 mila piccoli azionisti. Silenzio sulla Lega che si fa una banca, e che banca.
 
Dal “discorso di Monaco” (una lezione sulla democrazia, agli europei) alla visita in Vaticano da buon cattolico, l’Italia scopre Vance. Che si era tutto detto dieci anni in un libro che fu best—seller in America per molti mesi. Ma che nessuno, nemmeno Rampini per dire, ha letto. Dove racconta il mondo da cui poi è uscito (e da cui è stato eletto?). Di una democrazia che è una conquista sempre futura.
 
Per la visita a Roma di Vance e famiglia la città scopre che le famiglie non possono accedere all’Orto Botanico: è chiuso in modo tale che non un passeggino non vi passa in nessun modo. È l’unico giardino di Trastevere, che però la Sapienza – o Roma 1 – da alcuni anni si è chiuso, per farsi pagare il biglietto. Per il mantenimento delle preziose piante. Che però, viste dall’alto, dal Gianicolo, sono malandatissime - a stento se si ripulisce stagionalmente il sottobosco.
La Repubblica, che va per gli ottant’anni, non ha piantato un albero – giusto quelli che Fanfani piantò personalmente, con la vanga.
 
È più ridicola la furbata di mettere il Ponte sullo Stretto tra le spese della difesa, per farlo fuori bilancio, oppure lo sono questi bilanci fatti coi trucchi?
 
Nella conferenza stampa al caminetto congiunta con Meloni, Trump ha potuto dire che “in molti Stati la benzina costa meno di due dollari”, intendendo al gallone, un po’ meno di quattro litri. In Italia costa due dollari al litro. Gli Stati Uniti sono proprio un altro mondo.           
 
Solo “La Gazzetta dello Sport” vende più copie di un ano fa, un paio di migliaia. Tutti gli altri quotidiani vendono di medo. Meno 10 mila copie il “Corriere della sera”, meno 7 mila “la Repubblica”, “la Stampa”, meno 6 mila il “Resto del Carlino- QN”, meno 4 mila “Il Messaggero”, “La Nazione”, etc. Ma è anche vero che, comprando il giornale, uno si chiede: perché?
 
Appena Meloni ha ricevuto un invito dalla Casa Bianca, Macron si è precipitato a Washington, senza un motivo e senza un risultato. E questa è l’Europa.
 
Proporre la celebrazione della vittoria sul nazismo in Ucraina invece che in Russia è una provocazione storica, ovvio – doppiamente tale perché innecessaria. Gli ucraini hanno combattuto più – e più volentieri – con i tedeschi che con i russi nella guerra. Erano ucraini, abili e applicati, lo spauracchio dei giovani resistenti veneti nei racconti molteplici che ne sono stai fatti. C’erano più neonazisti in Ucraina, e più rumorosi, prima della guerra, che neofascisti in Italia.
Kallas o chi per lei lo ha proposto dice tutto del rischio che l’Europa corre, al carro delle beghe tribali tra slavi – con i baltici pendenti tra Germania e Russia.
 
“Il 22 per cento dei contribuenti paga il 64 per cento dell’Irpef”. S’intende l’uguaglianza come il perno della democrazia, uno dei perni. Ma il fisco è per definizione ingiusto, “ineguale”. Proprio il fisco del partito dell’uguaglianza. Legalmente ingiusto, beffa suprema.
Senza dire che gli stessi che non sfuggono all’Ipef non sfuggono nemmeno alle tante “patrimonialine” collegate all’Irpef. Pagare l’imposta sul reddito è come proclamarsi di classe eletta, quindi da sanzionare “democraticamente”. Poi di dice Trump, le destre, il populismo.
 
“Il piano di Londra e Parigi per garantire la pace: 30 mila soldati senza mandato a combattere”. Dei vigili urbani. Tanto rumore per nulla? No, è il modo di essere di Macron – allontana i cattivi pensieri, come p. es. governare.
E questa è tutta l’Europa, dell’“ammuìna” – “faciti ‘a faccia feroci/ cchiù feroci ancora”.
 
“Così tramonta il ruolo guida degli Usa”: il “Corriere della sera” scova un Mohammed El-Erian, economista a Cambridge, per smontare quello che è sotto gli occhi di tutti: che Trump (l’America) ha aperto la partita con la Cina, e che non può non vincerla.
Il “Corriere della sera” che tifa Cina?

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