Un papa double face
Ferruccio, che ha
diretto il “Corriere della sera” quando il giornale era patrocinato da Bazoli,
e in quella veste ha intervistato il papa – anche per reggere la concorrenza di
Scalfari, che con il papa Bergoglio parlava alla pari, da non credente a credente
- fa un curioso montaggio di tanti “crediti” e, senza accorgersene?, altrettanti
“discrediti”. Il suo spes contra spem, la speranza a ogni costo, anche
in guerra – spes non confundit. La speranza per tutti e ognuno, per
quanto miseri, abbandonati, inermi – la chiesa è “un ospedale da campo”. La preghiera
come collante – “pregate per me”, rivolto a tutti sempre. Il senso espresso,
esplicito, dell’amore. Compreso “degli irregolari, i divorziati pr esempio”.
Ma, poi, “un
aborto è un omicidio”. La “frociaggine” nei seminari. E altre bruschezze. I
seminari vuoti. Il nessun senso, nemmeno se sollecitato, dell’Europa, della storia,
della cultura.
Nel mezzo il ricordo
di una giornata romana a Santa Maria in Trastevere, per il giubileo dei
giornalisti, in attesa del papa, gomito a gomito con Scalfari, Tarquinio, altri
giornalisti, e con De Rita, e Pignatone -
il giudice-senza-dibattimento, bisogna aggiungere, voluto da Francesco. Che è
un fervorino per il cardinale di Bologna e presidente della Cei Zuppi. E in più
episodi ricorda un papa che nelle interviste, anche con lui, si rifiuta di “fare
bilanci”. E anche il pauperismo resta problematico.
Ferruccio de
Bortoli, Franceso. Pregate per me, “Corriere della sera”, pp. 63,
gratuito
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