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domenica 6 aprile 2025

La Cina non vuole litigare

La risposta è fredda da Pechino ai dazi di Trump. Che viene percepito oggi come nella sua prima presidenza: come una manifestazione del declino americano, scomposto nel suo tentativo di reazione. Segno di una rivalità destinata a protrarsi. Ma con gli Stati Uniti disancorati dalla gestione multilaterale degli affari internazionali che aveva assicurato la loro lunga egemonia – e il “decollo”, economico e politico, della Cina.
Una valutazione, nel linguaggio cinese, “benevola”. Di Trump (e Biden) e degli Stati Uniti negli ultimi dieci anni come dei “vecchi”. Nel senso comune del linguaggio cinese, come di qualcuno anziano, da trattare con sufficienza benché autoritario o scontroso – “vecchia America” come di qualcuno che, per quanto benvoluto, può non essere ragionevole, e anzi irritabile.
La risposta ai dazi è avvenuta senza polemiche, e modulata in vista di una trattativa. Con la quale rabbonire il gigante – ché tale è sempre percepito – americano. Inoltre, l’America è pur sempre in Cina il gestore e garante di quarant’anni di benessere, quelli delle “riforme e apertura” avviate da Deng.
La direzione è chiara: “rispettare e negoziare” con la “vecchia America”. Ma ora, rispetto al 2016, con un deterrente in più: una domanda interna (mercato nazionale) inattaccabile dai dazi. Considerate anche l’autosufficienza tecnologica, oggi rispetto agli anni pre-covid, e l’ampia disponibilità di risorse, sia fisiche che finanziarie.

L’amore, unico rimedio alla violenza

Una presentazione breve dei romanzi della scrittrice coreana premio Nobel - compreso quello cui sta lavorando, “Huin”, bianco, sulla “vita” della sorella maggiore, morta due ore dopo la nascita, e sulla madre. Una dozzina di pagine. Più il discorso breve, una paginetta, tenuto a Stoccolma, al banchetto per il premio con i reali di Svezia.
Centrale, nell’attività della scrittrice, “Atti umani”: la scoperta, tardiva, e la narrazione delle tragedie nella città dove è nata, Gwanju, nel 1980, al tempo della sanguinosa dittatura militare. Con la scoperta che il suo tema è, come già nei quadernetti da bambina, l’amore, “il filo d’oro che unisce i nostri cuori”.
Han Kang, Nella notte più buia il linguaggio ci chiede di cosa siamo fatti, Adelphi, pp. 39 € 6